Il commercio con l’estero con i suoi 200 miliardi di franchi di esportazioni sta assumendo un ruolo sempre più crescente nel sistema economico svizzero al punto che conoscerne l’andamento è fondamentale per capire lo stato di salute dell’economia elvetica. Infatti, i rapporti commerciali con l’estero – che pesano più del 30% del PIL – non rappresentano solo la cartina di tornasole dell’evoluzione dell’economia elvetica, ma sono paragonabili ad una vera e propria carovana che porta con sé competenze specifiche e di ampio raggio, posti di lavoro qualificati, utili e gettiti fiscali in Svizzera, collaborazione costante ed imprescindibile con banche, assicurazioni, fiduciarie ed altri prestatori di servizio, indotto e commesse per il tessuto economico locale, grandi opportunità di diversificare i mercati ed i rischi a livello internazionale e, non da ultimo, l’attitudine a ragionare e fare impresa in termini globali.
Secondo i dati ufficiali dell’Amministrazione federale delle dogane, il 2013 sia sul fronte delle esportazioni che delle importazioni ha rivelato un’evoluzione molto simile all’anno precedente, segnando un’eccedenza della bilancia commerciale di 24 miliardi di franchi. Durante l’anno in questione tra i comparti più dinamici dal punto di vista delle transazioni commerciali con l’estero hanno persistito a fare la parte del gigante il settore delle derrate alimentari, l’industria chimico-farmaceutica ed il settore orologiero. Un’evoluzione promettente è riscontrabile anche nell’industria della plastica e degli strumenti di precisione.
Nel 2013 il flusso delle vendite ha continuato la diversificazione virtuosa verso il continente africano, l’America latina e ha anche beneficiato della ripresa economica del Nord America. L’Europa continua ad essere il principale partner commerciale della Svizzera sebbene nel 2013 si sia esportato un po’ di meno nell’UE alla stessa stregua dell’Asia, ad eccezione della Cina che ha continuato ad assorbire le esportazioni elvetiche a ritmi elevati. A questo proposito va sottolineato che l’accordo di libero scambio Svizzera-Cina recentemente entrato in vigore contribuirà a rafforzare l’incremento della presenza di prodotti elvetici in Cina. Lo stesso discorso vale per i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, dove alcuni suoi membri, come l’Arabia Saudita, hanno registrato maggiori esportazioni svizzere nel 2013.
Se spostiamo l’attenzione sull’anno corrente, constatiamo che il primo trimestre del 2014 è stato particolarmente brillante sia sul fronte delle esportazioni che delle importazioni, portando sotto i riflettori l’industria chimico-farmaceutica accompagnata dall’industria delle macchine e da quella dell’elettronica. I partner commerciali più dinamici in questo inizio di anno risultano essere l’America latina (in particolare il Messico), l’Africa (con grande attenzione alla Libia), nonché l’UE con la Gran Bretagna in testa seguita da Belgio, Spagna e Germania. Infine, hanno mostrato vigore anche le esportazioni verso gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.
Per concludere ci sembra importante sottolineare che la stipulazione di nuovi accordi di libero scambio basata su una strategia di diversificazione delle relazioni commerciali si sta timidamente rilevando vincente e nel lungo termine potrà portare ad una minore dipendenza della Svizzera dal mercato di riferimento attualmente più importante, ovvero l’Unione europea. Inoltre, va rilevato che i settori più performanti – chimico-farmaceutico, lusso e orologeria, macchine e strumenti di precisione – non solo trainano anche altri settori, ma addirittura ricoprono il ruolo di testimoni d’eccezione del cosiddetto “Made in Switzerland”. Insomma, il commercio internazionale si sta ritagliando un ruolo sempre più importante e tanto la politica ed i media quanto l’opinione pubblica e la popolazione devono essere coscienti dell’importanza per il nostro Paese delle relazioni con l’estero.
di Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
e Marco Passalia, Vice direttore e responsabile Export, Cc-Ti