Quale mercato per le energie rinnovabili?
Il fatto che il tema dell’energia elettrica sia sempre attuale la dice lunga sulla sua rilevanza nella nostra società. Il crescente aumento del fabbisogno combinato ai molteplici requisiti imposti per soddisfare la domanda, ha indotto il Consiglio Federale ad adottare una politica energetica mirata ad un uso intelligente di questo bene prezioso alfine di garantirne l’approvvigionamento a costi sostenibili rispettando il nostro ambiente. Uno dei quattro pilastri della politica energetica è l’incentivazione di produzione di energia da fonti rinnovabili. A tale scopo è stato elaborato un piano d’azione con diverse misure specifiche, in primo luogo vi è la rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia (RIC) che è un fondo (circa 300 mio.) messo a disposizione annualmente per compensare la differenza dei costi di produzione di energia rinnovabile con i costi di mercato dell’energia.
È noto che la produzione di energia rinnovabile è cara, in particolare il suo elevato costo unitario è dovuto da investimenti importanti degli impianti rispetto ad una resa piuttosto limitata. Dal punto di vista economico solo le grandi centrali idroelettriche sui fiumi che producono una parte dell’energia di banda e quelle predisposte con un bacino di contenimento per la produzione dell’energia di punta sono in termini assoluti redditizie rispetto ad altre fonti d’energia quale il nucleare o lo combustione fossile. È però anche risaputo che la produzione d’energia con fonti non rinnovabili ha degli effetti negativi nel nostro ambiente (emissione Co2, scorie, ecc.) che generano altri costi indiretti, inoltre l’esaurimento delle scorte inevitabilmente aumenta il costo di queste materie prime. Premesso che ad oggi è assolutamente impossibile fornire solo energia verde, né con la produzione propria né con l’importazione dall’estero, investire nelle energie rinnovabili è sicuramente un discorso lungimirante che però inevitabilmente si trova confrontato con la realtà delle leggi economiche. Chi è infatti disposto ad acquistare l’energia a dieci volte il suo prezzo attuale? Pochi e sicuramente non sono i grandi consumatori. Dei fondi citati in precedenza sono rimaste poche briciole; come agire dunque sul fronte delle energie rinnovabili?
Personalmente ritengo che a livello federale si debba fare anche un discorso di redditività degli impianti, ovvero dare la precedenza con le sovvenzioni agli impianti con la maggior resa. In secondo luogo ritengo fondamentale creare incentivi sul fronte della ricerca e dello sviluppo per elaborare soluzioni energetiche economicamente autonome aumentando in particolare i fondi previsti per i nostri istituti universitari e sostenere le industrie che investono in questo campo. Altro aspetto sicuramente da non tralasciare è il crescente mercato internazionale dei certificati verdi. Non va infatti dimenticato che altre nazioni non hanno il medesimo potenziale di produzione, mentre la Svizzera con il suo caratteristico paesaggio alpino beneficia infatti di molte possibilità per la produzione di energia elettrica e di calore, tramite l’idroelettrico in primo luogo oltre ad altre fonti quali biomassa, termica, eolico e fotovoltaico. Questi certificati sono molto richiesti specie in quelle nazioni (quali ad esempio l’Inghilterra) che hanno basato il costo dell’energia secondo la regola chi più inquina più paga e che quindi possono compensare l’utilizzo di energia grigia con l’acquisto di certificati verdi. Infine una nota va indirizzata anche agli enti cantonali e alle città che oltre a sostenere la politica federale in materia sono del tutto legittimati ad elaborare la propria strategia per favorire lo sviluppo di queste energie, per mezzo di crediti mirati ed incentivi non solo per la produzione ma anche per gli impianti domestici (termopompe, fotovoltaico, ecc). Le opportunità ambientali ed economiche ci sono e la Svizzera è il paese che sicuramente dovrà coglierle.
Marco Passalia